Chiesa del Carmine Maggiore

Le origini della Chiesa risalgono all’insediamento del frati carmelitani a Palermo, provenienti dal Monte Carmelo in Palestina nel 1235. Nel quartiere Albergheria, uno dei cinque quartieri normanni, così chiamato perché ospitò trasferiti o “albergati” da Federico II di Svevia, gli abitanti ribelli di Centorbe e Capizzi, secondo altre fonti potrebbe invece significare “terra a mezzogiorno”, da “Albahar” o “Albergaira”. Nella parte centrale del quartiere è ubicato il mercato di Ballarò, nome di origine incerta, probabilmente derivante dal nome di un villaggio arabo nei pressi di Palermo, dal quale provenivano merci pregiate e spezie

Nel 1243 per necessità di culto è costruita a ridosso della “Cappella della Pietà” una seconda chiesa molto più ampia dedicata alla Santissima Annunziata. Come tutte le prime chiese fondate dai Carmelitani in Occidente, per il forte legame che essi avevano con Nazareth, luogo della casa della Madonna e dell’annuncio dell’Incarnazione del Cristo.

Successivamente è chiamata anche Madonna del Carmine. Questa seconda chiesa aveva un orientamento ribaltato rispetto all’attuale: l’ingresso si trovava al posto dell’attuale abside e relativo coro.

Dell’impianto rimangono i ruderi posti sul fianco destro dell’attuale chiesa e le due colonne lungo il portico del chiostro.

La costruzione della chiesa attuale è condotta dal 6 marzo 1627 al 1693, con alcune interruzioni sotto la direzione di Mariano Smiriglio. L’edificio si presenta a forma di basilica a croce latina, con tre navate, sorretta da 12 colonne in pietra di Billiemi con capitelli dorici. La semplice e disadorna facciata è aggiunta nel 1814, nella nicchia sopra la porta centrale è collocata la statua della “Vergine del Carmelo” opera settecentesca. Nella navata principale, sul soffitto campeggia l’affresco “Il dono dello scapolare” opera di Giovanni Patricolo del 1814 unica porzione degli affreschi pervenuti.